Non davo segni di ripresa da quasi una settimana oramai, e le pacche sulle spalle di amici e confidenti non sortivano alcun effetto.
Tutto passò quando improvvisamente, inispiaggia, mi presentarono Sylvia, la svizzera di Zurigo:
“Hallo”, dissi, “ich heiße sfocatemmerda”
Mi sentivo davvero sfocato, e sentivo che sarei potuto guarire dalla sfochite unicamente baciandola e standole vicino il più possibile.
Invocai tutte le muse di Ugofoscolo, e cominciai a suonare e cantare ad ogni falò, in ogni momento;
Cantai su sua richiesta per un 254 volte in tre giorni “imagine” di Giovanni Lennoni, con tanto di doppie voci, ed interpretazioni capaci persino di commuovere il suo cuore semitedesco.
Finchè
dopo l’ultimo, sussurrato “and the uoooouorld uill be as uan..”, le mie labbra si avvicinarono alle sue, i suoi occhi di cerbiatto si schiusero, e la sua bocca delicatamente pronunciò le fatidiche parole: “WAS MACHST DU DENN??”(trad. ca. “cosa cavolo stai facendo?).
Precipitai da circa 120 piani, per schiantarmi su uno a caso dei campanili aguzzi del Duomo di Colonia.
Sorridendo come una Gamilonese sfrabotolò qualcosa tra cui riconobbi la parola “Freunden”(amici),
Amici?
Amici stocazzo
Il mio amor proprio ritrovato resse alla grande, e decisi di dimenticarla alla svelta;
Lo feci senza problemi.
Passai i giorni successivi senza grossi sbalzi e mi stupii di tanta serenità dentro di me…
(Nel frattempo arrivò persino il fineluglio)
Il doppio giallo è un normalissimo torneo di tennis giocato in coppia, con la particolarità che ad ogni turno, le coppie stesse vengono ricomposte estraendo a sorte i superstiti del turno precedente.
Essendo un accanito tennista non potevo mancare a tale occasione mondana del Golfo, ottima tralaltro per stringere nuove amicizie femminili.
I miei amici, prima di sbarcare al Discosagitter, erano soliti venire a vedermi facendo un tifo da stadio assolutamente inelegante ed imbarazzante per l’austerity del circolo.
Quell’anno mi andò particolarmente bene e feci un torneo su buoni livelli. Che la verginità appena persa mi avesse regalato una marcia in più? No, fui semplicemente fortunato nell’estrazione delle compagne di turno.
Alla fine di ogni match ero solito fermarmi al bar del circolo a raccattare ghetoreid ed energie per il ritorno a casa; La strada che divide il mio villaggio dai campi di tennis, infatti, era completamente buia ed isolata, e la percorrevo quindi a rotta di collo dopo ogni partita (ho sempre avuto, e sempre avrò, paura del buio).
Quella sera stavo raggiungendo i 340/h in accelerazione piena, quando una figura ferma nell’ombra mi spinse a chedermi se io non fossi in realtà Don Abbondio.
Una luna amica mi fece riconoscere la figura immensamente bella di Sylvia tra i rami di ginepro. Senza dire nulla mi prese per mano e mi condusse a casa mia..
Ma come? No chitarra, spiaggia italiano, pizza e serenata?
No
Agli svizzeri piace il tennis
Mi accorsi immediatamente che gli occhi di cerbiatto si erano trasformati in occhi di giovane donna che ci sta, e decisi ferito, che era il caso di farla penare un po’, la ragazza di emmenthal.
Appena giunti a casa mia ci provò clamorosamente puntando dritto all’uomo, ma la schivai come se fosse una pallina destinata all’out.
Mi recai noncurante al porto per incontrare il resto della cricca, che oramai mi pensava già diretto in spiaggetta #1 senza passare dal via.
Il mio amor proprio resistette soltanto per altre 2 sere, capitolando in gara 3 di fronte ad un corpetto 64 bottoni, ed al suo ineffabile contenuto.
La bellezza di Sylvia era un esercito che ti intima la resa, e la sua tenerezza un bimbo in lacrime strappato alla madre. Mi pentirò per tutta la vita di quello che sto per raccontarvi.
Passammo 3 giorni talmente immensi che la mia memoria ha deciso di tenerli per sé stessa e per sempre.
Di tutto questo ricordo solo il rocambolesco finale;
In piena gara 4, mi intimò che sarebbe stata felice di fare l’amore con me, dopo mie precedenti, tenere insistenze..
Sapevo che lei aveva intenzione di farlo, per la sua vita, solo con amore, e mai per sesso.
Proprio quella sera io volevo darle il benservito, perché il suo sentimento crescente e smisurato per me, non era assolutamente ricambiato, e perchè non vedevo l’ora di stare un po’ in compagnia dei miei amici milanesi.
In ogni caso tre giorni dopo, lei sarebbe tornata nell’Emmentalstan, ed io giuro, non la volevo veder piangere…
Decisi quindi di resistere per i tre giorni rimanenti insieme a lei, e di scambiarci altre, tenerissime consuetudini evitando accuratamente il rapporto completo.
Per la seconda ed ultima volta nella mia vita sottovalutai il pussy power ed assecondai i miei ed i suoi intenti.
Facemmo l’amore, e lei pianse
Lo rifacemmo, e lei, sorridendo sul mio petto ancora glabro, mi confessò che era la sua prima volta, anche se non mi aveva avvisato, e che si sentiva davvero felice e viva per la prima volta nella sua esistenza.
Mi ritrovai in fondo ad un mare riempito con le mie stesse lacrime e con le mani ed i piedi fusi nel cemento armato.
Rimasi in silenzio per due giorni e rifiutai ogni qualsiasi contatto fisico con lei.
Mi sentii un reietto e pensai che Giuda avesse tradito Gesù su mio consiglio.
Da vero stupido non girai la frittata, già che c’era, ma decisi di mettere sul fuoco anche una pentola a pressione senza sicura.
Le confessai che il mio sentimento per lei non era amore, né un calesse, né un bel vuoto spinto..
era antimateria
La chiamai per Natale e mi disse che si era rasata a zero, che pensava di ricominciare daccapo, e pianse. Disse che non era capace di volermi male, che in fondo ero stato sincero.
Le chiesi scusa con il cuore palpitante strettissimo nel mio palmo, e a cornetta abbassata piansi e capii molte cose.