Italiani brava Leute

Quell’estate me la ricordo ancora:
il famigerato corso di tedesco in Cermania con tanto di frequenza scolastica e primi birroni alles inklusiv.

Alla partenza mi sentii subito potentissimo… così potente che decisi dopo un’ottantina di metri che mi sarei gettato alle spalle la mia solarità così volgarmente italica…

Voglio essere il più oscuro tra gli esseri
Il più depresso tra i dark
Il più cadaverico tra i punketti germanici
Of course cattivone..
Infatti

arrivato presso la famiglia di Stephan ed Ingrid Zimmermann non ho potuto fare a meno di mandare in vacca tutti i miei progetti dark, in favore della mia solita verve maccheronica .

Il soggiorno è proseguito in perfetta sintonia col “Manualetto del sedicente sedicenne in vacanza studio” (CML Editore, 1987). Partite di calcio Italia-Germania a rotta di collo, sigarette in apposito spazio fumatori come se piovesse, gite con famiglie tedesche, visita alla birreria locale, e pomeriggi
immensi passati ad approcciare giovani nordiche sugli scivoli ad acqua del parco divertimenti “Bad Maradies”.
Nessuna traccia del mio ego darkettone. Le feste a base di birra e l’ottima integrazione con la giovane popolazione locale non me lo consentivano, mi sentivo davvero incapace di provare disagio esistenziale.
Ed invece il Club Solitaire, rutilante discopub aperto solo durante i soggiorni studio estivi, divenne, verso la fine del corso, l’occasione del mio riscatto ossianico;

Lei si chiamava Gerda
Ma si pronunciava molto goticamente
Gherda

Pallida
Rossetto viola
labbrafinissime
ed occhi morsicati dall’ansia

4 ore 4 a cercare di spiegarle che la mia croce al collo (che le ricordava tanto il cerberico pizzaiolo Salvatore del ristorante “al dente” in Dortmund) non era perché io italienisch, ma per mio crande amore per oscurità, the cure, joy division, echo & the Bunnymen etc…
Fu così che dopo un impressionante snocciolamento di gruppi sconosciuti, racconti di imperdibili live per pochi eletti, ed entusiasmo smodato per il popolo punk westberlinese, l’ho baciata…
Occhio
Ero davvero innamorato
Mi pare chiaro quindi che a pagina 29 del pocherighesopra citato manualetto, compaia il comma 4.2.1 L’ultima sera
Il mio angelo nero infatti, ripartì la mattina seguente per Bochum, dove l’attendeva una vacanza a cavallo (very westberlin), e fiumi di Deutsche Mark spesi al telefono, scambiandosi tenerezze funeree al modo di noi ragazzi rapiti dagli anfibioni e dalla voce di Robert Smith in just like heaven..

L’ultima manciata di corso, l’ho passata pensando a lei, ed ai nostri futuri figli con pannolini borchiati ed occhiaie naturali.

Il pullman ripartì per l’italia con me sopra ed il cuore nel vano portabagagli…

Oramai ero veramente il più scuro degli oscuri, e la mia morosa cadaverica tedesca mi diede quella sicurezza nera che mi mancava, prima di partire; speravo che potesse piovere per sempre, ed anelavo un ricongiungimento sulle note dei Bauhaus.
Andai perfino in profumeria per comperarmi il cerone, ma non ne ebbi il coraggio, vista l’amicizia della commessa con mia madre;
mi trascinai, invece, sconfitto e senza dorso su un traghetto che mi ricongiungesse ai miei,
al mare.
Volai di malavoglia, e appena giunto nella terra del mirto informai i miei increduli compagni di brioscina a Povtovotondo del mio innamoramento anfibiato e della mia futura carriera nei centri sociali mitteleuropei.
Appena in casa rassicurai mia madre sull’esperienza presso famiglia tetescka, nonostante il mio abbigliamento completamente inadatto alla canicola della spiaggia.
Presi il suo “sei pallido, ti trovo strano” come l’accoppiata migliore dei complimenti possibili; La baciai teneramente e andai sul porto a scrivere un letterone al black angel.
Tornato a casa commosso ed emozionato, decisi che forse era meglio un costume.

Nero, naturalmente

Trovai gli altri intenti a fare ginnastica in acqua, per ammirare le ballonzolanti poppe coetanee e farne oggetto di conversazione e confronto.
La mia riluttanza nella partecipazione con conseguente bagno in disparte incuriosì non poco Lavinia, Claudia e Barbara, le novità estate ’87 che mi conoscevano solo per qualche aneddoto riportato poco prima del mio arrivo in Filoeferrulandia.
Finita la ginnastica vennero a presentarsi e cominciammo a fare due chiacchiere.. solo ora realizzo il forte ascendente esercitato dal mio arrivo asincrono e full of disagio esistenziale; Claudia divenne da subito la mia interlocutrice ufficiale, essendo stata a Würzburg un mese prima di me; poco importava che la Germania le avesse lasciato solo due kili di wurstel sul punto vita, parlammo e parlammo e ridemmo per tutto il pomeriggio;
Decisi che la serata ed i miei amici, oramai declassati al grado di fighetti, non meritasero la mie t-shirt nera dei Clash, così mi misi le prime cose che capitavano, cenai e mi dileguai nel nulla, non senza aver insultato mia sorella, che ascoltava in mia presenza quella chiavica di True Blue di Madonna.

La disoteca era raggiungibile a piedi, oltre il porto, ed era da sempre la mecca dei troppo grandi per la piazzetta/troppo piccoli per la patente come noialtri.
Dodicimila vecchie care lire ed eri dentro; naturalmente rifiutai qualsiasi tipo di cocktail esotico in nome della birramedia, nonostante fosse acqua “rispetto a quella tedesca”.
Stufo della musica commerciale ed impogabile del resident DJ Gavvino, accettai di buon grado la proposta di Claudia di prendere una boccata d’aria, e ci dirigemmo alla spiaggia n°1, almeno avrei un po’ parlato della mia seconda patria;
parlammo così intensamente che tra un Frankfurt ed una Stoccarda me lo ritrovai tra le sue labbra sedicenni ed ebbi il mio primo rapporto completo con una donna.
Venni in un battito d’ali, e da sotto, mi accorsi che il suo seno era di gran lunga più meraviglioso di qualsiasi crocifisso angelico, ed i suoi capelli ricci molto più forti del mio amore immaginato. Dopo qualche commento scioccato ed imbarazzato da entrambe le parti, la ricciolona provò, senza successo, a rianimarmi;

“the day after” campeggiava sopra il mio giaciglio da anni, ma quel mattino, capirete, il fungo atomico del poster del suddetto film, assunse un significato assolutamente inedito.

Dopo aver verificato nello specchio che nulla fosse davvero cambiato, mi precipitai al piano terra, e solo nel post colazione mi apparve chiaro che quello non sarebbe stato il giorno del dopo, ma quello del coniglio.

Trovai ogni appiglio per arrivare in ritardo all’appuntamento con Claudia..
Inspiegabilmente mi rinchiusi in un silenzio autistico.
Non ebbi nemmeno il coraggio di andarla a salutare e partì per una vita che le auguro felice e piena di soddisfazioni.

Completai la frittata di coniglio scrivendo una finta lettera d’amore al mio abbaglio tedesco;

come sempre accade, più fingi e più ti credono, e fu così che l’angelo Angela, completamente in pappa per le mie parole, mi scrisse una smutandatissima dichiarazione a cui non risposi mai.
Ricevetti un paio di solleciti in crescendo da Bochum, ed il tutto terminò circa un mese dopo con una missiva a caratteri cubitali firmata credo da Hitler in persona.