Dagli anni dieci imbraccio spatole per imparare le parole: ogni colore ha un suono
In ogni parola ci sono almeno 3 suoni: quello acustico, quello poetico, quello estetico. Dai 90 del secolo scortico parole all'osso.
Ci sono questi due
bei fidanzati,
in centro a Retimo
Per tripadvisor siamo nel ristorante n 1 nella Città vecchia
filtrato per
a basso costo
cucina greca
nel raggio di 2 Km
un bambino sui 10 ben pettinato
vestito semplice ma pulito
ha una fisarmonica in braccio
arriva al tavolo e si mette a suonare
suona bene, ci sa fare
li guarda dritto negli occhi e sorride
suona
sorride
Mentre suona con la destra
Con la sinistra appoggia un bicchiere di plastica sul tavolo dei due
Lei a quel punto si emoziona, e tira fuori qualcosa dalla borsa
è uno smartphone
Lui fa la stessa cosa
di riflesso
E così
senza rivolgere lo sguardo al bambino
Né dargli la minima attenzione
senza un no grazie
senza un vai via
o uno spostati
Si mettono a filmare
stanno filmando un gattino
Che gioca sulla sedia del tavolo a fianco
E si emozionano, si commuovono Cristo.
il bambino termina la sua performance
e ringrazia, come tutti i bravi musicisti fanno
ma loro continuano
ad ignorare il bicchiere ed il fanciullo
lo sguardo di entrambi è fisso sullo schermo
che riprende il gattino che si fa gli affari suoi
in un’indifferenza dolorosa
in un silenzio surreale
il bambino riprende il suo bicchiere vuoto
e procede verso il ristorante adiacente
mi fa vergognare per loro
e mi viene in mente una frase di una canzone
i cani sono meglio delle persone
che dicono che i cani sono meglio delle persone
Millenials
Tutti vi vogliono
Perchè condividete
Senza paura
Milllenials
Tutti vi vogliono
Millenials
Una generazione amorale
Che è molto peggio di immorale
Generazione amorale
Che non ha nulla a che fare con l’amore
#
Le rondini
Da Spinalonga
Si spostarono a Ierapetra
La pasqua ortodossa
botti canti e processioni
Giuda brucia
Ad Agios nikolaos
#
Elafonisi
Si specchia
Nel vento
Un uomo con la barba
Ha negli occhi un cameriere
e una storia di biscotti
in cambio di un passaggio
per Maria, la moldava
e non so se la vita
vada ringraziata o presa a calci
La taverna Kalyva sulla spiaggia di malia.
è una ragazza senza nome conosciuta in fila
La dolcezza
della pasta di fave
e del menu tradotto con google
L’insfangabile capitano di caza latina
Nel quartiere veneziano della canea.
La sensazione di affumico e morte
Respirata in quelle stanze
Il sollievo della stanza successiva
#
a falasarna è spavaldo
il cielo del tramonto
Tra le serre in plastica
E la polvere negli occhi dei braccianti
Che ci guardano turisti
I capelli tagliati per sempre
E tommy il tailandese che si rasa i bordi
E la matita che ti disegna il collo
E poi cancella.
#
Kitesurf
sei bellissima
dopo le pisciate sul ciglio
delle strade di montagna
Il tatuaggio che non hai sulla coscia
La presa di coscienza di tutto
Durante una banale
Conversazione di musica cretese
Mousikokanali.gr
Questa è una conquista dell’uomo.
Sparata al massimo sulle montagne vuote
Questa è una conquista della tecnica
Mousikokanali sparata a 4000
Sulle montagne che si specchiano
Nel cielo
Com’è bella gioventù
È proprio adesso e mai più
l’anima si ferma
il cuore che poi si romperà
guardo la mia gioventù
e le sue splendide gambe
la guardo e non mi riconosce
già più
Si arrampica nel cuore
È disperata e muore
Brevissimo tumore
Bellissimo
Quant’è bella giovinezza
Sei bella anche tu
fai risplendere gli artigli del tempo
il mio P.I.L. è in ribasso ma migliorerà
disumano il mio sguardo sull’umanità
Guardo la mia gioventù
E mi ritrovo laggiù
Ali conficcate dentro la schiena
Bella gente giovane il tuo segreto qual è
Seguo il tuo profumo e spengo gli occhietti
E fare la rivoluzione
E dopo far l’amore
Coltiva il sacro nel tuo cuore
Ti servirà
il mio P.I.L. è in ribasso ma migliorerà
nel tuo mare
molto sushi e nessuna pietà
senza te
ho Deposto il mio dittatore
senza te
E’ stato un rifiorire
senza te
i Cure sono la mia band preferita, da sempre,
anzi no.
Lo sono diventati in una sera dell’inverno del 1985, in montagna, con la pioggia che batteva sui finestrini di una Golf scassona e noi che fumavamo senza alcun limite, infreddoliti e con la netta sensazione non già di essere a Serrada di Folgaria, ma di trovarci davvero in Inghilterra, in una zona post industriale che avevamo visto nel retro della copertina di qualche LP dei Depeche mode.
Mauro disse, come mille altre volte: senti questa 😄
E così l’arpeggio introduttivo di in your house, mi catapultò nel mondo dei Cure
per sempre.
Non avevo mai sentito nulla di simile. Grazia e forza, un sound scarnissimo caratterizzato da una bianca, silenziosa violenza.
Acquistai tutto l’acquistabile dei Cure, cercando in ogni dove un negozietto di dischi dove trovare rarità e b-sides, bootleg e demotape della band di Roberto Smitti, Simone Galuppi & Co.
Dentro di me avevo catalogato tutti i lavori dei Cure mettendoli in una mia classifica personale, ed ogni album, ogni canzone aveva un posto preciso, un ruolo nella mia vita, ed era utile per capirla, interpretarla, viverla.
Ero solito, per esempio dividere gli album per strumento: la chitarra è lo strumento che caratterizza 17 seconds, il basso è la spina dorsale di Faith, e la batteria è totalmente Pornography
Ma anche per mood, più romantico, più decadente, più stupidotto… Imparai i testi e le parti strumentali di OGNI canzone del repertorio dei Cure. Senza dubbio imparai a suonare la chitarra grazie ai Cure.
Cominciai a sentirmi parte di una setta di eletti, ed irridevo i miei amici “normali” che mi insultavano per i miei ascolti, per usare un eufemismo, alternativi… Loro non potevano capire, e questo mi faceva sentire, non so spiegare il perché, benissimo.
Certo KissmeKissmeKissme fu un album bello ma troppo pop per i miei gusti del tempo, e quindi mi ero oramai fatto l’idea che i nostri avessero toccato l’acme con The Head on the Door, e che fossero oramai in fase calante.
Ma quando nel maggio del 1989 uscì Disintegration fu chiaro che mi ero sbagliato.
Di grosso.
Comprai due vinili e mi precipitai al campo di baseball, da Fabio. Bastò mostrargli la copertina dal reticolato che cinge il campo di gioco per fargli smettere l’allenamento.
“Una questione urgente” disse all’allenatore, il quale, ingenuo, chiese: “Figa?”
e Fabio, per non deluderlo: “esattamente”
Ci scapicollammo a casa sua, più precisamente sullo stereo di sua sorella, nostro tempio sonico di quel periodo.
Aprire un vinile è un’esperienza magica; il cellophane, la copertina, la busta interna e le fotografie giganti…le risate e gli sguardi, eravamo nervosi ed impazienti…
Tagliammo corto e decidemmo di appoggiare il vinile sul piatto subito dopo avere letto l’indicazione di copertina che recitava
This music has been mixed to be played loud, so turn it up
Gioia pura
Religione vera
altrochè figa
Silenzio
Il pick up si posa sul vinile
%$&”!^
Campanellini
Tastiere a bassa intensità
Campanellini
E poi?
E poi arriva Il suono dell’immenso, un gigante buono che dura più o meno un minuto e mezzo…
Roberto Smitti ci circonda con una sequenza di note di chitarra che sono il SUO suono, una sequenza semplice e meravigliosa, per poi abbracciarci da dietro con un testo invernale cantato sofficesoffice..
Il disco è così un capolavoro che non riusciamo nemmeno a capire quanto lo sia sulle prime battute…
Rimaniamo fermi e non proferiamo parola per una mezzora/ 35 minuti.
Solo un rumore di mani che si asciugano gli occhi durante quel monumento allo spleen che è the same deep water as you
Sulle note finali di untitled ci abbracciamo felici e un po’ sconvolti…
Anche la voce di Robert è diversa.
É come se anche lui fosse trasfigurato dopo la maratona emozionale cui ci ha sottoposto.
Non ricordo come tornammo nel mondo reale, non ricordo null’altro di quel periodo confuso e meraviglioso.
Ma conservo gelosamente la mia copia di Disintegration per ascoltare di tanto in tanto la bianca e silenziosa violenza di quell’epoca che ancora
(e sempre), mi suona dentro.
Estate 1987, Marktheidenfeld, Baviera, Germania.
Ho 16 anni quando scopro Lucio Dalla.
Una cassetta rossa, targata RCA, prestata da Fratel Tronky, il mio amico di sempre, caricata come una scorta di proiettili nel mio Walkman:
In sequenza partono “Cara” e “Meri Luis”
saluto tutti, ringrazio e cambio vita.
Seguiranno infiniti ascolti ed avventure, di come è profondo il mare, e anidride solforosa, di anna e marco, cosa sarà..
di Futura
di Caruso
Si,
lo so che ho gusti poco raffinati ma Io, Caruso se l’ascolto, piango.
Mi trema il DNA
è il 2009 quando, grazie al mio amico Marco (Dallago, fonico di valore nazionale) vengo a sapere che luciodalla illostesso sta cercando nuove penne per il suo prossimo album.
Decido senza indugio di fare un piccolo estratto di miei brani da fare sentire a questo gigante della musica italiana, e di mandare così, senza colpo ferire, un CD alla sede della Pressing Line, l’srl di Dalla, il suo braccio produttivo ed economico.
Mi chiedo quali delle mie canzoni utilizzare per fare colpo, quali potrebbero essere quelle giuste.. quelle orecchiabili e più commerciali, oppure quelle compositivamente più intriganti?
Chi vincerà nella scelta: il dalla artista o il dalla-macinasoldi?
non ho dubbi. L’artista.
decido quindi di mandare “l’assenza” come prima scelta, un brano scuro, strambo, basato su 4 accordi, con un testo calmo, ma cattivissimo.
Dopo 4 giorni 4 mi squilla sul cellulare un numero 051
Bologna penso.
Per un microsecondo mi passa per la testa che possa essere la Pressing line, ma il pensiero è veloce come una scarica elettrica e nel mio cervello si fanno strada ipotesi assai più semplici e realistiche.
E invece no
dall’altra parte una voce bolognese di donna sulla cinquantina mi dice: Pressing Line buongiorno, Emanuele? sssiii?!
Le passo Lucio Dalla.
Mi risveglio una settimana dopo, catapultato in un quadro psichedelico e caravaggesco allo stesso tempo; mi trovo in Via D’Azeglio, a Bologna.
Sono nella sede della casa discografica di proprietà di Lucio Dalla:
è una casa medievale nel cuore della città, affreschi sontuosi inframmezzati da immagini in cui compaiono copertine di album che ho adorato, immagini di star della musica, del cinema e della Formula 1. Disegni di Fellini, e dediche di musicisti, pittori, poeti.
Mi trovo a Bologna.
Ai bordi, sul lato esterno dei miei occhi si trovano Paolo l’assistente e Luca detto il buono, il factotum di San Lucio; sulla sinistra un ragazzo giovanissimo di nome Marco Alemanno, il produttore, e di fronte a me c’è il suo anziano compagno, disteso su una poltrona lettino in stile liberty; ha mal di denti: si chiama Lucio. Lo osservo bene, focalizzo. È proprio Lucio Dalla.
Mi sta parlando della mia canzone, mi chiede del perché di quella rima, e se non sarebbe stata meglio un’altra parola, al posto di “innanzi”, del come mai quell’inflessione sul vocoder… gli spiego con naturalezza da scrivimusica le mie scelte, e lui capisce al volo, commenta, ha un paio di suggerimenti fulminanti, ed io continuo a non essere sicuro di dove mi trovo… sto parlando con luciodalla in persona e ci capiamo a manetta e così passiamo un’ora buona a parlare una lingua sconosciuta per gli astanti, inframmezzata da sue telefonate con sindaco di Taormina ed una conversazione colorita con Fiorella Mannoia. Lui le dice che andrà a vederla la sera dopo, e che ora è qui con Lello, un bravo musicista dal Trentino… Dalla da un nomignolo a tutti e decide di chiamarmi Lello (proprio come Ivan, “buon segno”, penso), e mi piace moltissimo il modo in cui lo fa. Gli racconto chi sono e cosa faccio, gli chiedo cosa vuole fare con la mia canzone: vuole registrarla immediatamente, che gli piace e lo ha colpito, molto. Dice che gli è piaciuto il testo e il fatto che l’armonia principale sia una semplice successione di 4 note, sempre uguali.
Intorno alle 1530 mi dice: “Lello, io vado dal dentista ‘che ho una granata in bocca, poi passate a prendermi che andiamo in studio e me la insegni a cantare”
la mia mascella non è mai stata così aperta. La mia ascella mai così sudata.
Non ci posso credere.
Lui se ne va, e comincia un turbinio di domande di Paolo, mentre ascoltiamo un po’ di brani del mio repertorio nanico e c|o|d mi chiede notizie circa una mia disponibilità di dare un brano (lowrenzo) a Vasco Rossi, o lavorare insieme su scaraventa cielo. [:-O], nonostante le belle parole Paolo mi comunica una certa ostilità, ma forse sono io che me la meno… Marco, poco dopo mi mostra le sue fotografie chiedendomi commenti, e cerco sinceramente di interessarmene, anche se dentro sto già pensando a come sarà lo studio, a come cominciare a registrare, a dove partire per fare un lavoro fatto bene.
Le domande sono molte ma la testa è altrove. Con il senno di poi credo che Marco abbbia scambiato la mia assenza per disinteresse.
Dopo un’ora e mezza di interrogatorio mi portano in un bar e mi chiedono se prendo un caffè mentre il Buono va a prendere l’utilitaria; avverto una sensazione strana, ma che proviene sicuramente da dietro… come un qualcosa di appuntito in avvicinamento… ci avviamo poco dopo dal dentista a prendere Lucio.
Appena giunti Marco, il produttore-compagno-fotografo, esce di volata dall’auto e ci dice che va di sopra a prenderlo.
Dopo qualche minuto entrano in auto e Dalla mi dice, sbrigativo, che il suo produttore gli ha ricordato che hanno un brano da finire, e che preferisce non intrattenermi, che ho figli.. Io chiedo se posso andare comunque in studio con loro, spiego che posso anche aspettare due o tre giorni e che per me è onore ed un’opportunità grandiosa ed irripetibile.
Due o tre silenzi dopo arriviamo alla mia macchina.
Vorrei aggrapparmi alla portiera e non mollare, ma vedo che il Buono è in pena per me; chissà quante altre volte ha assistito a scene così. Capisco che non c’è più nulla da fare. Ho fatto / detto qualche cosa che non andava. o così credo.
Lucio mi dice di mandargli le tracce separate che se le studia, e che se ho altri brani inediti di sistemarli perché vorrebbe proprio che non ci perdessimo.
Mi lasciano scivolare fuori dall’auto, e resto li,
proprio come un deficiente.
la mattina del 5 novembre 1999 non me la scorderò mai.
Compivo 29 anni, ma non solo. Mi svegliai a casa e scesi di prima mattina a prendere il latte per mio figlio Tommaso, un minigirasole di 3 anni.
Il cielo enorme, di un azzurro indescrivibile. Tutto sembrava così assurdo nella mia testa… Mi bloccai in mezzo alla strada, ad ammirare l’azzurro tra le montagne limpide, aspettando di vedere da un momento all’altro sopra di me qualche astronave gigantesca made in Miyazaki. Infatti tutto poteva accadere in quei giorni, persino che i miei c|o|d, una band di Trento, un gruppetto di provincia di amici fraterni, potesse arrivare ad aprire i concerti del tour di post orgasmic chill, il disco più bello e potente degli skunk anansie.
La notizia era di 10 giorni prima, e me la diede Armando, mio collega d’ufficio di allora. Nella sala dove si movimentavano i camion la sentirono tutti, in diretta, fresca fresca di Radio Deejay.
Chiamai subito la nostra casa discografica dell’epoca; e quando quelli dell’etichetta mi confermarono la notizia rimasi basito.
Vi ha voluto Skin, ci dissero!! Per inciso—>quel disco degli Skunk lo sapevo a memoria.
Ma quella sera del 5 novembre, appena visto il Filaforum dal lunotto del furgone lungo la tangenziale della città da bere, ho provato la sensazione più pazzesca della mia vita musicale.
Ricordo perfettamente di avere stretto la mano di max il batterista fortissimo, senza dire nulla, e ricordo anche la risata nervosa e piena di gioia che ha pervaso l’abitacolo del furgone dei c|o|d di allora.
Ma dove ci siamo portati ragazzi?
i Km fatti a cazzo, i concerti suonati davanti ad una manciata di persone, i concorsi andati male, le facce di culo dei gestori dei locali che non ci facevano suonare perché “non fate le cover”, furono tutte ripagate in quel preciso momento. Tutti i sacrifici sembrarono avere un senso, e ci parse che il mondo fosse momentaneamente diventato un luogo giusto.
Entrammo dall’ingresso delle star, scaricammo il furgone come sempre e dopo avere risolto tutto il massacro tecnico ed organizzativo che potete immaginare ci recammo in camerino.
Sorpresa 1
Frutta, birra e toast farciti ci aspettavano, ma su tutto questo giganteggiava una bottiglia di spumante in fresca, avvolta in un foglietto:
“Hi c|o|d !! Welcome on tour-Skunk Anansie” e le firme di tutti i componenti in calce.
Quella era la tournée trionfale degli Skunk, il loro disco più venduto, e partiva quella stessa sera a Milano, per poi spostarsi nei giorni successivi al Palaverde di Treviso, al Palaeur di Roma per finire al palazzetto dello sport di Firenze.
Decidemmo di portare la nostra squadra di fonici, tecnici e roadie. e ci accordammo con lo staff tecnico degli Skunk che ci avrebbero “noleggiato” il loro mixerista di palco, figura mitica di ogni backstage di un certo livello, e grazie al quale i musicisti riescono a sentire l’esecuzione propria e quella dei compagni senza che il suono che esce dall’impianto grosso sovrasti tutto.
E qui abbiamo sorpresa 2:
Qualcosa in quella sera del 5 novembre non funzionò, e quando fu il nostro turno il mixerista di palco inglese decise che era il momento di andare a cena, lasciandoci così a suonare i primi due pezzi della scaletta senza accendere i monitor, su un palco gigantesco, con il roboante riverbero di ritorno di un palazzetto dello sport da diecimila posti.
Suonammo a memoria la scaletta, che oramai eravamo davvero una macchina da guerra, ma io non potevo sentire né la mia voce né i miei compagni; cantai in apnea, con voce rigida, ma alla fine || andò tutto bene..
Nelle serate successive andò tutto ancora meglio e a gonfie vele, con Skin che si presentava timida, e nascosta sotto il cappuccio della sua felpa a bordo palco per ascoltarci, tutte le sere.
L’ultima sera a Firenze mi parve di vederla canticchiare dal mixer “le balene”
CI sentimmo forti ed invincibili, ed anche se avrei voluto con tutto me stesso chiamarla in mezzo al palco a cantare con me, me ne mancò il coraggio; non ebbi il coraggio di andare dagli skunk nei camerini a ringraziarli ed abbracciarli, e fare bisbocce insieme; avrei voluto chiedere loro di duettare con noi sul prossimo disco, di trovarci ed invitarli tra le mie splendide montagne, magari, ma temevo mi avrebbero preso per un pivello, e travestii la mia rossa insicurezza coi colori tenui della timidezza.
Conobbi Dennis che eravamo poco più che adolescenti; due storie diverse, due vite diverse.
Dennis è magro, magrissimo, occhioni azzurri e lineamenti asimmetrici e irregolari. Di primo acchito diresti che è bruttino, ma poi succede che sorride, ed il mix occhioni chiari + sorriso gonfiazigomi gli regala un’aria romantica e vagamente indifesa che è un vero killer. Dennis ispira subito fiducia, sensibilità e spontaneità. Piace ai genitori, alle ragazze, piace ai professori, insomma piace un po’ a tutti…
Due storie diverse, due vite diverse dicevo:
Io figlio di grosso industriale locale, cresciuto nella bambagia piena di promesse degli anni 80, paninaro, poi mezzo dark, conservatorio, liceo scientifico, università, mai bocciato; amici regolari, masturbazione regolare, e un’acne che fa provincia a sé stante.
Dennis è orfano di madre appena dodicenne, una sorella malata della stessa cosa della mamma, un minifratello da accudire, e Silvan suo padre, che da quando è morto l’amore suo non è più lo stesso: è triste, e certe notti ascolta musica a tutto volume; Dennis fa il cuoco e frequenta la scuola serale per geometri perché il vecchio Silvan non gli ha lasciato finire le superiori, dopo la prima bocciatura.
diversi
eppure
Grazie a Giovanni e Max organizziamo un incontro nella mia sala prove;
Dennis arriva timido e taciturno ma da subito noto una particolare forma di gentilezza e di forza nei suoi occhi.
Sciolgo l’imbarazzo iniziale con l’iperclassico: “che musica ti piace?” e li capiamo subito quello che abbiamo in comune: i Church, i Cure, i Simple Minds (solo certe cose però :-D), johnny Marr e gli Smiths, gli Stone roses, gli U2 e via discorrendo..
Ci confessiamo gli arrangiamenti di chitarra più erotici, le note di copertina più segrete dei nostri dischi preferiti, e conveniamo solennemente che HeyDay (capolavoro dei Church) è il disco più sottovalutato della storia.
Su quest’affermazione capisco che ho davanti un potenziale fratello, anche se a suonare dovesse essere una cioffeca..
Ma Dennis invece arriva alla mia sala prove con un Roland D-20, un pedale della distorsione e la sua similfender nell’altra mano. Ha un borsino portascarpe a tracolla, a righe; dentro ci tiene spartiti ed appunti; è ordinatissimo e minimale.
E’agitato, ci tiene… E non appena comincia a suonare capisco che non sarà per me “solo” un fratello. Nonostante la strumentazione ridotta all’osso, ha un suono strepitoso, e con la chitarra fa le cose che vorrei fare io, ma diverse; mi spiazza e mi ispira, paesaggi lontanissimi mentre lo ascolto.
Suoniamo insieme un’oretta che dura 20 secondi, ma purtroppo deve finire le serali quindi niente prove per altri 7/8 mesi;
ci promettiamo che suoneremo insieme. E’ solo questione di tempo.
e così sarà.
Quando l’ amore verra’
Ditegli che
Io l’ho aspettato tanto
non arrivava mai
Quando lui
Si svegliera’
Ditegli che
Lo accarezzavo piano
Che non ho dormito mai
E tu
Sei un arcobaleno
Quando non mi troverai
Vicino a te (domani)
E cercherai i miei occhi
Non ti disperare che
Sopravvivo in te
Come tutto
Cicatrizzerò
nell’immensità
siamo in caduta libera
e siamo nudi
In profondità
in cima alle montagne
proviamo un po’ a spostare quello che
quello che ci schiaccia il cuore
Ho così tanta ruggine
Tra i miei capelli
Così tante parole
Dentro al mio computer
E fu così che il burattino nero
arrivò
Sono li
li con te
Alla fine delle terre
Dove tutto crolla
sono li con te. (con te)
la felicità
Che piccolo mistero
a pedali
Nella Verità
le ali non osservano
minuti di silenzio
ma volano
Con la sua telecamera
lui si sistema i lividi
tu non ti preoccupare
so difendermi
e fu così che il figlio di nessuno
pagò
sono li
li con te
mentre il mondo sembra illogico
mentre tutto crolla
sono li con te
Resta qui
qui con me
A brillare sul mio cuore
forza soprannaturale
bene incurabile
Dici che sono impazzito
Perché
Ho fatto fuoco su una vita intera
Te compresa insieme a me
ma non ti posso più rinchiudere
in questo abbraccio così fragile
Io non ti posso più difendere
Da me
Da quello che son diventato
E crollo lieve su di te
Ti faccio tutto il male, tutto quanto il male che c’è
E crollo piano su di te
Mi segui di nascosto, e dico sempre tutto ok
54 grammi di eparina
Per te
Fluidificare tutto il sangue amaro
E non chiedersi perchè
ti osservo perdere lucidità PianoPiano
dimenticare la tua identità
Per ritrovare una verginità
Che non c’è più niente che io possa fare
E crollo lieve su di te
Ti faccio tutto il male, tutto quanto il male che c’è
E crollo piano su di te
e dentro tutto è rotto, ma fuori sembra tutto ok
fuori tutto bene.
Riuscirai
A vincere
Io so Che riuscirai
A uccidere
Il mostro Ce la fai
E sarà dolce
Elucubrare sai
Sudinoi
Cmoncmon
È tempo di
Risorgere Cmon
È tempo di
Di ossigenarsi un po’
Di eliminare le tossine
Di andare a spasso con
Le limousine
È tempo di
Spaccare faccie con
Delicatezze Metallurgiche
Con limpidezze Bianche al tetano
Non mi vedi ma
Son qui
Non mi senti ma
Mi annusi
Non sei mia
Non sei di nessunaltro
Neanche mia
Non appartieni al sole
O chicchessia
Prima che arrivi il freddo Vestiti
Stropiccia le tue gambe
Via da qui Via da noi
Non mi vedi ma Son qui
Non mi senti ma Mi annusi
Voglio ancora ridere
Voglio giocare un po’
Scaravento al cieloblu
La mia felicità
giocano e si dissolvono
le bugie
ridono e si
rincorrono
ma dove stanno andando
dove?
dove non so
Organizzo il cieloblu
Che stai tornando
Sarai stanca e dubito
che mi accontenterò
ridono e si
rincorrono
aprile e grandine
giocano e si dissolvono
ma dove andiamo
dove non so
Voglio ancora entrare in te
Per farti male
Farmi perdonare poi
poi ti addormenterò
(remix di un testo del poeta Daniele Cattaneo)
Precludimi
di prendere
più di quello che do.
Precludimi
di spendere
più di quello che ho.
E non lasciare che io sia
più di quello che so
Permetti che io crolli ancora un po’
Perché [perchèperchèperchè?]
Permettimi
di spendere
più di quello che ho
permettimi di splendere
più di quel che si può
e non lasciare che io sia
più di quello che so
Permetti che io muoia
ancora un po’
Perché
Rinascerò
mi trovo a parigi
e non so dove mi ero perso
e faccio cose strane
come non fumare per esempio
come non pensare a te
e annusare la vita degli altri
come fosse su scaffali immensi
pronta
per essere comprata
mi stanno comperando
prima di chiudere gli occhi
come ogni sera
quella cosa ritorna da te
quella cosa nerissima e leggera
che ti parla di me
d quello che hai tradito
e d quello che tradirai
lietamente
non ti hanno ancora comperato
fino alla fine degli occhi
fino alla fine di noi
fino a dove non tocchi
fino a distruggere tutti gli eroi
fino alla fine di tutto
fino alla fine del mondo
fino alla fine di tutto
non mi hanno ancora comperato
la grazia ti circonda
e non ti lascia mai
nessuno che l’ascolta
lei
ti parla chiaramente
e ti invita a resistere
lietamente
ti stanno comperando
fino alla fine degli occhi
dentro veronica
non fa mai freddo
è tutto fragile
e trasparente
Stringimi qui
Adesso
dentro veronica
è un ministero
della lucidità
pericolosa
Mine antiuomo sul mio impero in lacrime
Campi di nicotina sul mio oceano in fiamme
su quello che non c’è
ci scrivo d te
su quello che sarà
na na na na
Mine antiuomo sul mio impero in lacrime
Campi di nicotina sul mio corpo in fiamme
Mine antiuomo sul mio impero in lacrime
Campi di nicotina sul mio corpo ancora in fiamme
Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do Questo ti do.
il dubbio
come un taxi
sta
come un avvoltoio
mentre la mia vita stava in ospedale
ho cominciato a pensare a te
che interessanti le vite degli altri
quando la tua è inguardabile
Come una lumaca che attraversa la strada
Mi affido alla vita
Con te divido la droga
E i Calci nei denti
Come meriti
Invecchiare sarà
la punizione
l’odore acre
del compromesso
I rami degli alberi
Come scariche elettriche
Architettano la pioggia
cuci vietnam
chi non ha sentimenti
se li inietta
come puoi pretendere
che i tuoi vent’anni
possano tacere?
Chi non vorrebbe indossare
Tutte le scarpe del mondo
e dare un’aggiustatina al vento?
Nn chiedere giustizia a chi ha avuto fortuna
Azienda leader in cene con delitto
cerca cuochi
Ho un nodo in gola
Fiammante
Xia quel che xiamen
Mia dolce cameriera
Non lasciarmi
Che mangiare soli non e’ bello
Portami un nalewki
Prima
E poi dell‘ acqua per favore
E tra un minuto
Pure il posacenere
Ordinerò una birra dopo
Per farti ritornare
Da questuometto lontano
E un po’ disperso
che mi consigli?
Pesce o cambio vita?
Lodz – settembre 2006
Nn abbracciarmi che mi sento stritolare
Nn mi accarezzare che sono calci che sento
È troppo tardi
E anche se ti posso perdonare
Nn mi riesco a fidare
Nemmeno adesso
La qualità non è una qualità
Il potere non è un dovere
Una voce angolata chiede se la soluzione sia peggio del problema
a me?
ma se io
io so
solo
che ho dentro un sacco di brutte notizie
da consegnare
I conti non fanno
I fatti contano
non capisco proprio
la lezione
Che la vita sta cercando di darmi
Corpicino
Vermicino
Non e’ morire che mi dispiace
E’ morire cosi’
Alla cazzo
Fra intubate stelle
Frantumate stelle
Frantumate e belle
La fame è limpida
E cado verso l’alto
può un nome commuovere?
Di mattina presto
Ci si sente particolarmente sporchi
I negozi di creme
Sono pieni
solletico
di pagamento
sei decisamente in forma letteraria
ma non mi piace
chi si serve del latino
Brulicano
Gli esasperatoi
Sangue mio
Fatti più grande
Figlio mio
Fluido custode
Di quelle due cose che so
Un monumento
Di carezze
Come un cuore
L’aereo rallenta
Non é la tregua che cerco
Voglio la pace
O che sia vera guerra
Tu piccola rivoluzionaria borghese
dimenticato io
e il corpo tuo
fa splendidi ragionamenti
tutto passa
Passerai anche tu
ma il tempo Erode
Bisogno di te
Terrifico
Magnifico
Bisogno di dirti
Quanto male sono
Quanto sporco
Quanta ruggine
Ma
Un feudo tuo
di piccoli pezzi
sparsi
sul tuo territorio
Fumare ragnatele con te
e guardare la vita
negli occhi
Sono
tuo
non vedi
che sono a pezzi ma
son tutti tuoi
e so bene
che ti do
la cosa
più cara
che ho
l’unica cosa
che mi appartiene (tienila è tua)
la mia esistenza
Vederti bambino
Sul campo di calcio
e volerti coccolare
prima del dolore, del tradimento e della gloria
prima di menisco e crociato
Siamo tutti clienti di qualcuno
fumare è il mio ballare
in Cina il giorno perde la memoria
e le mani vanno battute
sulla pelle della notte
farò applausi nordcoreani
Folsvaghen
Folsvaghen
Folsvaghen
Cerco la bugia
Quella giusta
mentre Cinzia
cura le ferite
di tutto
Così tanto
Così tu
Cosa canto
Cantatu
Quanto conta
Esser te
Hast du alles gesehen?
Arriva un gundam qualunque con la borsa del duty free
con le stimmate
Terra mia
massoneria
Diventare re
Diventare re
Diventare re
Il passato è uno stato estero
La vita è
(dura se ti senti inutile)
Vorrei averti qui con me
Panorama
Sacro ed intoccabile
(Tappati bocca mia)
piantagioni di persone
di ortiche nelle vene
e ruggine da mettere
sotto il computer
la tua bellezza fragile
il seno in fiore
mi parla una lingua immensa
Com’è bella gioventù
È proprio adesso e mai più
l’anima si ferma
il cuore che poi si romperà
guardo la mia gioventù
e le sue splendide gambe
la guardo e non mi riconosce
già più
Si arrampica nel cuore
È disperata e muore
Brevissimo tumore
Bellissimo
Quant’è bella giovinezza
Sei bella anche tu
fai risplendere gli artigli del tempo
il mio P.I.L.
è in ribasso ma migliorerà
disumano
il mio sguardo sull’umanità
Guardo la mia gioventù
E mi ritrovo laggiù
Ali conficcate dentro la schiena
Bella gente giovane il tuo segreto qual è
Seguo il tuo profumo e spengo gli occhietti
E fare la rivoluzione
E dopo far l’amore
Coltiva il sacro nel tuo cuore
Ti servirà
il mio P.I.L.
è in ribasso ma migliorerà
nel tuo mare
molto sushi
e nessuna pietà
senza te
ho Deposto il mio dittatore
senza te
senza te
E’ stato un rifiorire
senza te
senza te
io ho Deposto il mio dittatore
senza te
senza te
senza te
Precludimi
di prendere
più di quello che do.
Precludimi
di spendere
più di quello che ho.
E non lasciare che io sia
più di quello che so
Permetti che io crolli ancora un po’
Perché [perchèperchèperchè?]
Permettimi
di spendere
più di quello che ho
permettimi di splendere
più di quel che si può
e non lasciare che io sia
più di quello che so
Permetti che io muoia
ancora un po’
Perché
Rinascerò
vieni
zero
vieni
puro einstabile
instabile
vieni zero
di te vedo
la verità
la ferita
circondami
furibonda
circondami
furiosa
vecchie glorie
nuove corse
e raffiche
e Raf fiche
circondami
furibonda
circondami
furiosa
Voglio ancora ridere
Voglio giocare un po’
Scaravento al cieloblu
La mia felicità
giocano e si dissolvono
le bugie
ridono e si
rincorrono
ma dove stanno andando
dove?
dove non so
Organizzo il cieloblu
Che stai tornando tu
Sarai stanca e dubito
che mi accontenterò
ridono e si
rincorrono
aprile e grandine
giocano e si dissolvono
ma dove andiamo
dove non so
Voglio ancora entrare in te
Per farti male
Farmi perdonare poi
poi ti addormenterò
Voglio integrarmi nel sistema
Voglio diventare una rotella del sistema
essere un ingranaggio lucido ed oleoso
che macina
macina
macina
dentro la macchina perfetta del sistema
cammino lentamente ma so cosa calpestare
dentro la mimica rotante dello schema
voglio soltanto funzionare
[pause]
funzionare inesorabilmente
e diventare sempre più importante
Con la pazienza che consente tutto
E denti di adamantio
c’è
qualcosa che non va
qualcosa che non torna
non torna
e che non tornerà
so che non tornerà
Voglio inocularmi nel sistema
Come una medicina trasparente
Mescolarmi al sangue del sistema
E diventare la sua religione
E quando tutto sarà pronto sulla scena
Farò la guerra agli ingranaggi inefficenti del sistema
E vincerò tra gli applausi cingolati
E riuscirò tra MECCANISMI appena lucidati
A Impadronirmi dei suoi territori
Ed arrivare a presidiarne il cuore
Ed una volta diventato il centro del sistema
Farò crollare tutto
Farò bruciare tutto
Dimenticherò tutto
c’è
qualcosa che non va
qualcosa che non torna
non torna
e che non tornerà
no che non tornerà
Troppo tempo che
Non precipito un granchè
Troppo tempo ormai
Ti racconto un po’ i mieiguai[imieiguai]
Certevolte io mi sento così supersolo che
Vorrei uscire e comperare 20 scatole me
La felicità
Non è una delle qualità [che hai]
Tu odi tutti ormai
Ma non ti trovo molto punk [direi per niente, ah!]
Certevolte tu mi fai sentire così solo sai
io ti cerco e per fortuna non ti trovo quasi mai
perché dici sempre che lavoro poco
che io dormo troppo e sogno troppo poco
E che rido troppo e mi diverto poco
Che io bevo troppo e mangio troppo poco
Che lavoro troppo, che guadagno poco
che io sogno troppo e dormo troppo poco
che ritardo troppo che che ti voglio poco
dici che ti amo troppo e che ci sono poco
il mio farmacista di fiducia
dice tuttok
dal mio network preferito
ride superfick dj
e ho scordato di cambiare il mondo…
Mi ricordo bene
Le tue mani, le tue vene
Le ragazze madrilene
Atomiche
Qui da te
Cuidame
16 anni che [ 6 sola]
cuidame
dimmi qualche cosa
gente troppo nuvolosa
muoio tutti i giorni
ma non mi stanco mai
besame.besame
sciaqua il buio via dagli occhi
è facile
facile x3
respirare lieve
camminare nella neve
spaventarmi ancora
di felicità
scendi giù
bagnami
come pioggia complicata
su madrid
Il mostro e’ ovunque
E si nasconde bene
il mostro non ti fa capire
Quello che sai gia’
il mostro è dentro e lui non sa invecchiare
s’infila dentro le scarpette rosse di Sua Santita’
il mostro dice che non ha più fame
Mentre ti ingoia
Ia zecca è muta
ma grida nelle orecchie
La zecca è sempre molto generosa
Però non ha pietà
La zecca ha il cuore ricoperto di pelo
ti compra tutto quello che vorresti
Ma ti ha venduto già
Sei lo sponsor ufficiale
Del peggio di me
La zecca è addosso
Ma non la puoi scrollare
La zecca archivia tutto ciò che dici
Con lucidità
Distribuisce tutto in senso orario
Sorride con in mano il mitra
della normalità
Sei lo sponsor ufficiale
Del peggio di me
Riuscirai
A vincere
Io so Che riuscirai
A uccidere
Il mostro Ce la fai
E sarà dolce
Elucubrare sai
Sudinoi
Cmoncmon
È tempo di
Risorgere Cmon
È tempo di
Di ossigenarsi un po’
Di eliminare le tossine
Di andare a spasso con
Le limousine
È tempo di
Spaccare faccie con
Delicatezze Metallurgiche
Con limpidezze Bianche al tetano
Non mi vedi ma
Son qui
Non mi senti ma
Mi annusi
Non sei mia
Non sei di nessunaltro
Neanche mia
Non appartieni al sole
O chicchessia
Prima che arrivi il freddo
Vestiti
Stropiccia le tue gambe via da qui
Via da qui Via da noi
Non mi vedi ma
Son qui
Non mi senti ma
Mi annusi
ci sono giorni, mesi e anni
che frettainfretta, e senza danni
passano innanzi in un bel tepore
che della vagina porta l’odore..
chiamami Dott. Signor ingegnere
della mia vita io son giardiniere
curo il balcone, il cane e la moto
il battiscopa, riempio il vuoto
vuoto, vuotino, deserto, assenza
sprimaccia il cuscino dell’apparenza
rimbocca le maniche all’illusione
ti servo l’invidia per colazione
poi la domenica è dottoressa
della sveltina è la poetessa
lavo la macchina il cane e la moto
risparmio il fiato per spegnere il fuoco
fuoco, fuochino ma dove sono
sono sparito e non mi trovo
sono svanito come d’incanto
e non mi manco nemmeno tanto
vuoto, vuotino, deserto, assenza
sprimaccia il cuscino dell’appartenenza
volevo cambiare il mondo, signore
ma ora proprio non posso
cambio televisore
grazie per
come mi hai difeso
per come mi hai portato in salvo
hai dato il pane
al mio cuore vilipeso
e a me che mi ero già arreso
stavo guardando il nostro amore morire
Senza riuscire a muovermi
Io
che lo credevo invincibile
Ed ora
Manchi
E tutto il resto che va
Manchi e
Ho dentro una città Sarà ancor più difficile se sei così fantastica
E non so
Se sopravviverò
Grazie
Per come mi hai tradito
Per come il nostro amore
Sacro È stato violato
Perché l’amore non è sacro affatto
L’amore a volte è perfino capace
Di fare schifo
Grazie per come stai morendo
Per come scricchiola il mio corpo
Sotto i miei pensieri..
quello che senti
ti farà del male
quello che senti e’ una cosa speciale
E’ il mare
Un carrarmato liquido
Non te ne devi vergognare
Santo Francisco
Io canto e Rifiorisco
San Diego
Mi piego
A ciò che sono
A un sentimento
Che non mi spiego
Ma che mi sembra un dono
Santo rumore
Martire amore
Deforme splendore
Brillante bruciore
Durissimo liquore
Dolcissimo dolore
GRAZIE
Io accuso
Pubblicamente
La generazione che si è auto proclamata
La meglio gioventù
I baby boomers
I sessantottini che hanno cambiato il mondo
Liberato la donna
Salvato l’italia
Messo al potere l’immaginazione
perdonato i brigatisti
figli di papà che hanno
lottato per gli operai
ucciso innocenti
preso il potere
e si autocelebrano
in continuazione
basta!
Il 68 ci ha rotto il cazzo.
Il 68 è uno stato mentale (di nostalgia)
E intanto
Lontano dalle piazze
Gli imprenditori facevano le superstar
Dopo avere pagato tangenti
Pregato la Vergine Maria dei Soldi neri
Corrotto funzionari
Tirato le monetine a craxi
Fatto sacrifici per garantirci un futuro migliore
Generazione di baby pensionati
Che ha abbassato lo sguardo di fronte alla mafia
Fatto finta di niente di fronte ai soprusi
Votato democristiano nei secoli dei secoli
Noi non siamo come voi
Generazione che ha censurato pasolini
negato le proprie meschinità durante il fascismo
Che tanto eravamo più buoni dei tedeschi
Il nostro paese è in queste condizioni
Ed è colpa vostra
Ed è colpa vostra
è ora di togliervelo dalle mani
sono in ritardo
che cosa c’è
amo il ritardo
e lui ama me
sono in ritardo
che posso farci
se non rincorrermi
se non scusarmi
Non mi ricordo
Sei certa che
Sono in ritardo
e ho detto alle 3
colpa del cromosoma italico
è che son poco avvezzo al calcolo
merito di mia madre sai perché
lei è sempre un po’ in ritardo come me
sono in ritardo
anche con te
non è carino
ma è più forte di me
sono in ritardo
non arrabbiarti
non abbaiarmi
scusami
5 minuti avanti solo per
essere puntuale con te
ma il mio ritardo è furbo e già lo sa
che io non vengo dalla svizzera
colpa del cromosoma italico
è che son poco avvezzo al calcolo
merito di mia madre sai perché
lei è sempre un po’ in ritardo come me
Il nuovo me
Consuma
Compra le mimose
Non si scorda niente
Non perde treni
Non si alza tardi
Non apre il frigo fuori orario
Il nuovo me
Ha passato molti esami
E non ha più bisogno
Di te che lo perdoni
Il nuovo me
E’ come io sarei
Franco, svizzero, borghese
Come un vero ticinese
Giù
Giù
Guardo giù
Guardo il buio dentro di me
Volo limpido
Sopra le mie miserie
E mi spavento un po’
E mi vergogno un po’
Di tanto nero
Mi sento fragile
Mi sento niente senza di te
Su Su
Torna su
Torno un po’ fuori da te
torna libero
io sarò tua complice
E le tue praterie
verissime bugie
In cima al vuoto
Ma non lo vedi che
Mi togli il buio dalla pelle
Non posso vederti così
Non mi piaci
E provi a ridere
E raccogli pezzi del tuo smalto
Nn ti sopporto credimi
e piangi solo per capriccio
È tardi ormai
E mi manchi solo da lontano
Italia
Si taglia
scomposta
Si sbaglia
Al basso ventre tuo Magnifico
Non hai insegnato mai a difendersi
Ma a vendersi
Fossi almeno d’alto bordo capirei
Italia
Cambiare
Cadere
Correreinciampare
Godere
Volere
Volareononvolare
Sbiadire
Sparire
Cambiare
Cambiare
Cambiare
Cambiare
Soccorrere imparare
Commesse
Sconnesse
Eterne
Scommesse
Squinterne
Vanesse
mancate
promesse
commesse
sconnesse
di spinning
anoresse
arcigne
poetesse
dal body
compromesse
Fiore distrutto
E indistruttibile
Fiore farabutto
Fiore reclinabile
Cantami in coro un’altra bugia
Fammi un po’ del male
Ma fammi compagnia
Lui ti ama
Ed è terribile
Fiore ancora forte
Fiore che ha paura
Brutto amore schifoso
Marcio
Ma che non ha misura
Cuore di nessuno
Cuore che scuorisce
Cuore intelligente
Ma che non capisce
Lui
Lui
Fame che mi mangia
Luce che mi oscura
Gentilezza che conquista
Ma che Mi fa paura
Male delicato
Gorgo immacolato
Canto di balena
Ala nella schiena
Lui
Ti fa del male ma
Ti fa sentire viva, così viva
E di nessuno
Di nessuno
Per fare grandi sogni
Occorre credere
Organizzarsi bene
E saper perdere
Lottare contro tutto
e non morire non morire mai
non morire mai
Per realizzare i sogni
Non devi mai dormire
Armarti di rugiada
Tutte le mattine
Curare tutti i mali
Ma non guarire, Non guarire mai
mai
Ti afferrerò se cadi
E non ti lascerò
Ti abbraccerò se voli
Io ti giurò Salterò
Aumenterò lo scudo
E ti proteggerò
La mia esistenza
sarà il tuo esercito
ma prometti che
per noi l’estate durerà di più
e poi giura che non finiremo come
chi sai bene tu
faremo 34 figli e non (li picchieremo mai) ci stancheremo mai
noi strideremo
e ascolteremo musica romantica
e poi balleremo sulla spiaggia ferocissimi
difenderemo il nostro cuoricino
noi ferocissimi difenderemo Il nostro cuoricino
…
esco a comperare un paio di bretelle
Mentre l’italia
I giovani
I nuovi alternativi
I Padri putativi
Il Santo Padre
Le suore
Le carceri stracolme
I mercatini
Esco a comperare un paio di bretelle
Mentre l’italia
I giovani
I nuovi alternativi
Le fabbriche cinesi
Di prato
Il mago silvan
Fiorello mike bongiorno e
I mercatini
esco a comperare un paio di bretelle
dicevo
mentre l’italia intera
mentre l’italia
consacra i baustelle
Mio splendido
Meraviglioso Dio
Senza nome
Povero Dimenticato
Tenero e disarmato
Punisci i malvagi
I prepotenti
E fai del male ai traditori
Ma per favore no
Lei no
lei è fragile
scegli me
lei è così bella
prendi me
la vita mi è venuta a cercare
ed ero disabitato
l’amore mi è venuto a salvare
ma avvelenavo la luce
perciò ti prego
dio di tutti
scroscia sulle mie ferite
che fanno finta di dormire
ma bruciano
e mi stanno facendo impazzire
lei è fragile
prendi me
lei è così piccola
prendi me
poi
in silenzio
muoio
Lei
Ti
Ha
[lei ti possiede]
Ti
Fa
Ciò
[Che vuole]
Ciò che
Non
Sa
Lei
Ti
fa
L’energia
L’energia
Ritorna di già
La bugia non basterà
Mi hai asciugato il cuore
Hai scuoiato dai pensieri
Le parole
Lui
fa
ciò che
Ti fa
Lo sa
Se tu
Lo
Vuoi
Ti viola
Ti prende
L’energia
Non saprei
Se brutto così
Non vorrei
Ma
Dico si
Mi hai asciugato il cuore
Hai scuoiato dai pensieri
Le parole
Le
pa
ro
le
Questa è la canzone di cemento armato
È la bellezza
Che toglie il fiato
Un vecchio amico perso ritrovato
Questa canzone
È un bimbo
che
nn vuole essere picchiato
Questa è la canzone rudimentale
Una canzone che non fa male
ti fa sentire come un temporale
Uguale a tutti, e a tutto
A tutto diseguale
e non mi piace La musica italiana
Mi piaci solo tu
La radio è triste questa settimana
Per non parlare della tv
Cerco la mia cosa nel cemento
Che voglio solidificare quello che sento
E seppellire quello in cui non credo
E anche se sono molto stanco io non cedo
E vedo
Che piove forte ma non abbastanza
Non abbastanza per me
E che La recessione è forte nella mia stanza
Ed io amo solo te
La musica italiana non mi piace da quando
Mi piaci solo tu
L’industria discografica italiana è allo sbando
E non mi sento affatto giù
Canto nel cemento armato
Perché la plastica non vinca
Perché la plastica non mi convinca
La lascio masticare a questo gregge
Che pensa di essere cristallo
ma sono solo schegge
Sto male
Sto male
Sto male e non c’è niente che io possa
Più fare
Sto male e non c’è niente che mi possa salvare
Se non stare male
Se non impazzire
Far finta di morire
Stare male
Più male
Sto male ed ho paura che non possa
Passare
Ho perso tutto quanto ed ora non so
Che fare
Che sia una malattia
Che sia la vita mia
Che sia la vita mia che dice ho fame
Ho fame
Ho così fame che mi sto mangiando da solo
Ho ali così grandi che non spicco più il volo
Mi sento leggero
Mi sento così nero
Mi sento così nero
Non avere paura di me
Pretendi il tuo pezzo di vuoto
Non avere nessuna pietà di me
abbattimi
Come un giorno io ho fatto con te
L’amore che ti mangia
La pelle bombardata
La rabbia che si sfrangia
In 3 minuti sei invecchiata
Cronologia azzerata
Rimetto tutto a posto
Rovisto dentro al tuo cestino
E non mi riconosco
E ho dentro tutta questa cosa
Che non mi si arrende
Che non riposa
E mi solletica nel fango
E rido nelle foto
Mi sento strepitosa
E mi plastifico le grandi labbra
E dopo piango
Ho male Sto male
E penso quasi di essere il giappone
Ho fame Sto male
Sto male Ho fame
Non avere paura di me
Pretendi il tuo pezzo di vuoto
Non avere nessuna pietà di me
abbattimi
Come un giorno io ho fatto con te
l’austerità dei cigni è tutta qua
li osservo e scopro nuove cattiverie in me
fragilità pericolosità
li osservo e non ricordo più la forma
dei miei artigli
di questi artigli
non ti amo più
questa è la verità
questa è la cosa che non ti perdonerò
felicità dolcissimissime
sul pavimento lucidato a nuovo del tuo deserto
del tuo deserto
nuotare Risalire il vuoto
allontanarsi un po’ Risalire il vuoto
nuotare Risalire il vuoto
addormentarsi un po’ Risalire il vuoto
l’austerità dei cigni è tutta qua
io volerò splendente
sulla ruggine
fragilità pericolosità
ti osservo e scopro nuova
vertigine
nuotare Risalire il vuoto
allontanarsi un po’ Risalire il vuoto
nuotare Risalire il vuoto
addormentarsi un po’ Risalire il vuoto
A.N.N.A sei il mio Dio
una banca arida
la rugiada che si abbatte su di noi
i tuoi microbi che mangiano i miei eroi
succhiami ognidea
anna in apnea
solo se mi salvi
tu mi capirai
solo se mi spacchi
tu mi salverai
il naso di NY
la bocca di parigi
i riccioli di londra
ferito di berlino
E poi NewYork parigi, londra, berlino
un corpo di calcutta
un cuore di bambino
Gili addominali e poi
I tendini di roma
Atene è atene
Madoro barcellona
Di tokyo e di chicago mi ricordo
La sensazione
Viola
prima di te
non ricordo cosa c’era
dopo di te
ricordo soltanto la sera
durante te ero tutto un cercare
ero un’estate che non voleva finire
regalami dei fiori se c’è il temporale
ricoprimi di cure
chestasera ho male
nuvolosa madre mia
allegra pietra mia
solo se mi manchi
tu mi colpirai
solo se mi lasci
sarò tuo e lo sai
lo sai
prima di te
non ricordo cosa c era
dopo di te
ricordo soltanto la sera
durante te ero tutto un cercare
ero un’estate che non voleva finire
ero la calma che mi prende all’imbrunire
Piccolo alieno
Che sei nei cieli
Sia santificata la tua conchiglia
La terra è così triste ultimamente
La terra che non mi assomiglia
La terra che sbadiglia
Dammi la mia confusione quotidiana
Per riconoscermi allo specchio al mattino
Proteggi me
Mio padre
Mio figlio
E tutta la famiglia
mangio caramelle ogni mattina
per ricordarmi che io sono un bambino
fumo sigarette ogni mattina
per ricordarmi il tuo profumo
Piccolo bambino
Che sei nel mondo
Sia sacrificata la tua poltiglia
Gli adulti sono così brutti
Ultimamente
Calpestano la meraviglia
mangio caramelle ogni mattina
per ricordarmi che io sono un bambino
fumo sigarette ogni mattina
per ricordarmi che il tuo profumo
è tutta qua
li osservo e scopro nuove cattiverie in me
fragilità pericolosità
li osservo e non ricordo più la forma
dei miei artigli
di questi artigli
non ti amo più
questa è la verità
questa è la cosa che non ti perdonerò
felicità dolcissimissime
sul pavimento lucidato a nuovo del tuo deserto
del tuo deserto
nuotare Risalire il vuoto
allontanarsi un po’ Risalire il vuoto
ritornerò indietro gambero
e volerò splendente
sulla ruggine
non sarò mai
un cigno come te
ti osservo e scopro nuova
vertigine
nuotare Risalire il vuoto
allontanarsi un po’ Risalire il vuoto
[La spettacolare]ascesa[dei miei ricordi]
In questo preciso istante
Il mio consiglio di Amministrazione
Delibera che non ti darò pace
Che devo eliminare tutto quello
che non mi piace
1967
8.50 Praga, primavera
protetta dal corteo
chiara cantava a squarciagola
“stai con me”
1999 ancora Praga
ore 14.54
fine del polline
parlo d’amore
non di lacrimogeni
2000
lovelovecomacomalovelovecoma
il mio elaboratore di rugiada
dichiara guerra a voce-nella-testa
“2001vince chi è più facile”
Vocenellatesta
Lovelovecomacomalovelovecoma
io sono
nessuno
sconvolgo
microcosmi
proteggo
il nulla
e sto venendo a prenderti
io sono
nessuno
io sono
nessuno
proteggo
il nulla
io sono
nessuno
nessuno
nessuno
nessuno
sveglia
sveglia
riflettori
senza corpo
senza nome
sveglia sveglia
sopra il sole
atomico
ti sto chiedendo tempo
per ritrovare fiato
per ritornare al centro
del movimento idiota
ti sto chiedendo tempo
per ritrovare fiato
per ritornare al centro
del movimento
corri vinci
corri a scuola
senza invito resti fuori
la cravatta la camicia
atomico
ti sto chiedendo tempo
per ritrovare fiato
per ritornare al centro
del movimento idiota
ti sto chiedendo tempo
per ritrovare fiato
per ritornare al centro
del movimento
Vedi mi sto avvicinando
ma è difficile credi
mi sto superando
per confonderti
ora che
non ci sei
ridi prevedo disastri
disastrosi e leggeri
prevedo disastri
impossibili
ora che
tu sei qui
ora che
invecchierai
all’improvviso
mi dimenticherai
voglio un po’ più di coraggio
per sorprenderti
e scarpe più nuove e veloci per difenderti
ora che
resti qui
rubo mi sento aggiornato
sempre bene informato
ma non è finita
la magnifica
ruvida
vellocet
ruvida
invecchierai
all’improvviso
mi dimenticherai
non ti perdono più
Io sono hitech
illumino la gente
come bradpitt
io
sono il più potente
facciamo il gioco del silenzio che
è te che sto bombardando
io sono lowfi
bambino intelligente
impara tutto
apri la tua mente
ho cromosomi che non hanno età
6 tu la mia necessità
perché io spesso cado giù
Cado/Cedo Credo
Grazie per la tua curiosità che mi assomiglia
Grazie per la tua malvagità che mi assomiglia
Rivoluzioni su misura a illuminarti
Superficiali qnto basta per piacerti
Onnipotenti qnto basta per averti
E convincenti qnto basta per cambiarti X34
Osserva attentamente gli occhi di tuo figlio
Per abbracciare meglio tutto quanto il mondo
Aumenterai il volume del mio corpo
Sarà più facile
Perché io ricomincierò
Cado/Cedo/Credo
Grazie per la tua curiosità che mi assomiglia
Grazie per la tua malvagità che mi assomiglia
La tv ti fa cambiare idea e non ti assomiglia
Questa è perché precipito
nel tuo disastro di capelli blu
preparo minifallimenti e tu
li esplodi
questa l’ho scritta a ricordarti che
massacro i pomeriggi insieme a te
mi lasci quasi sempre solo sai
qui non va
non funziona
respirare
non funziona
per cambiare
questa è per te piccolo mio
la ninna nana del disordine
perché i bambini si vendicheranno
stanchi
respirare
respirare
non funziona
per cambiare
(gli errori sono come minì piccoli tatuaggi)
youth
wakeup
beautifulyouth
wakeup
rivolù
voglio un male da
combattere
voglio la cura
voglio un figlio
per risorgere
voglio l’anestesia
voglio l’anestesia
io ti porterò le ortiche e poi
non sarà facile
andarsene
senza di te
senza un motivo
voglio un tempio da distruggere
per poi pentirmi
voglio un tempo per
un tempio per
per adorarti
strategie di marketing[disordine]
è lei che mi sfianca
è lei che giustifica
le mie rapine in banca
tu sempre di più contro di me
tra le tue gerbere
sei splendida
perfetta sai
tra i miei rottami
voglio il panico
il panico
perdutamente
accarezzami
comprendimi
voglio l’anestesia
strategie di marketing[disordine]
è lei che mi sfianca
è lei che giustifica
le mie rapine in banca
Tracce disordine
del tuo agguato su di me
trace di sole che
mi ricatta prima o poi risorgere
risorgere
grammi di libertà
quella che ti punirà
quella che complica
quella che fa più del male
ci sono madri splendide per velocità
e conclusioni da tirare con facilità
che mi risolvono il mattino
che mi risolvono il mattino
non ti so perdere
ma non mi puoi più scegliere
non mi puoi ridere
non mi puoi più fare male
ci sono bimbi girasoli di felicità
e trasmissioni radio grigie di banalità
ma mi risolvono il mattino
ma mi risolvono il mattino
ci sono madri
madri splendide per velocità
e conclusioni da tirare con facilità
che mi risolvono il mattino
che mi risolvono il mattino
qualche dozzina di giorni tutti uguali
e sul passato fuoco a volontà
Prenditi il coraggio e tuffati
in questi giorni grandi e stupidi
tiro fuori il meglio a rifiorire un po’
non parlo più
Giulio 106 minuti di anarchia
non sono come te
io sono frenesia
la tua testa bionda gocciola di
mi manchi sai
io sono giulio
giulio delle stelle
e sto volando proprio sopra voi
e non ritorno più
non ritorno giù
let’s get blown
away
lei mi soffia via
Resto come un piccolo fiore muto
ad ascoltare la neve
strappo e ricucisco ogni mio petalo
m’ama non m’ama
m’ama non m’ama
m’ama non m’ama
m’ama non m’ama
lotto contro piccoli mulini a vento
e non mi tiro indietro
mai
strappo e ricucisco ogni mio petalo
m’ama non m’ama X4
strappo e ricucisco ogni mio petalo
strappo e ricucisco ogni ricordati di me
come un bambino azzurro in sudamerica
ricordati di me
come un limone azzurro in sudamerica
ma quello che vuoi
quello che fai
quello che sei
non sono io….
m’ama non m’ama X4
strappo e ricucisco ogni mio petalo
strappo e ricucisco ogni ricordati di me
di quel bambino azzurro in sudamerica
ricordati di me
come un limone azzurro in sudamerica
sarò sempre così
azzurro tramortito in Sudamerica
ma quello che vuoi
quello che fai
quello che sei
non sono io
non sono io
non sono io
non sono io
lavoro duro come replicante
in una piccola bottega di periferia
lavoro duro come mendicante
nel Boulevard che sta al centro del mondo
sognare bene ma costa fatica
immaginare tutto il giorno quello che non sei
lavoro duro come replicante
odiando tutto il santo giorno quello che mi dai
quello che mi dai
non sono male come pacifista
e mi coloro di fantastiche banalitˆ
lavoro duro come replicante
nel Boulevard che sta al centro del mondo
e non mi importa se il mondo non mi vede
io mi trasformer˜
non sto parlando di come sarˆ il tempo
di come vivo,Êdi come mi sento
parlo di me
difendimi
consumami
producimi
parlo di me
mi schianter˜
mi curer˜ con le scintille che mi do
ci sono giorniÊ
in cui sono detonato
ci sono attimi in cui sono come mi vorrei
e sono un cielo, un cielo dopo l’altro
e mi dimentico di stare dove non ci sei
ma dove sei?
sognare bene ma costa fatica
parlo di me
parlo di me
difendimi
consumami
respingimi
parlo di me
mi schianter˜
mi curer˜ con le scintille che mi do
che mi do
Tuffati nel blu
p|r|i|m|a|v|e|r|a
…init….
gg:mm:aaaa_26:09:2000
hh:mm:ss_08:29:11
location_….loading… done
location_prague
language_italiano
pilota automatico inserito
aprigliocchi
>>>ORE 8:50
la prima cosa di oggi raggiungere il corteo in centro, a Praga ___Mi avvio verso il concentramento in una passeggiata stropicciata Che non fa nessun onore a queste strade ____ Così belle penso
Eccoci____L’atmosfera appare limpida, e terribilmente igienica, businessmen, asusualmen. ombudsmen e cazzivari. Nessun posto di blocco, no blindature varie.. ripeto igienico, sterile… _________Vesto una tutabianca. protetto dall’utero del corteo, e rinvigorito dall’odore delle idee che contano, respiro, urlo, non mi sento.. _“Tutabianca sta urlando, mondomerda, e voi??Li davanti ad uno schermo Fate il tifo Silente Di chi è stufo Ma non ha il coraggio Di ammettere che, la vita, a volte, può peggiorare _ Nonostante il lavoro La famiglia [I figli](unico vero prodigio rimasto..) _ nonostante tutto ciò che ti hanno insegnato che tu hai sempre osteggiato che tu hai sempre odiato ma che infondoinfondo hai sempre ritenuto giusto [peso specifico della parola in oggetto = buco nero] -Mala Strana_________ Il serpente si intrufola nell’eden__ Siamo circa 2000 Inspiro adrenalina________Espiro sensi di colpa___Di anni Sono così forte Che non riesco nemmeno ad odiare le forze dell’ordine Che, per ora , ci scortano dalontano ___Mc Donald’s, capisco che qualcuno è qui per altre cose_____ capisco che come al solito qualcuno ha bisogno di qualcuno cui dare la colpa ed allora
>>>>>>>>>>>>>installo il noseplug 2.0 [ma perché ovunque io sia, mi sento differente?]<<<<<<<<<<<<<<
>>>ORE 11.20
Tutabianca regge lo striscione TUTTO PER TUTTI in tutte le lingue senza ritegno al ponte, unica via di accesso al Centro Congressi..
>>>Ore 12.20
la testa del corteo ha raggiunto il ponte difeso dalla polizia cieca. Il ponte è decisamente antisommossa, sorrido zero mi avvio da solo verso il ponte [crepitio di asfaltoscarpe alle mie spalle] sento il profumo delle gerbere mescolarsi a quello dei lacrimogeni piango mentre il corteo è un unico millepiedi ed il ponte cambia forma e colori mi spruzzano addosso qualcosa così più tardi mi riconosceranno Ripetute cariche contro il corteo manganelli a T e reti come per i pesci “Sono stati sparati lacrimogeni al pepe di fabbricazione israeliana” dicono “Non abbiamo notizia di fermi o di arresti. Attendiamo conferma di notizie di feriti”
>>>>>>>>>>>>>ore 17spaccate<<<<<<<<<<<<<
mi tengo la vernice addosso e sorrido senza perdere il controllo Davvero pensano che basti? Davvero lo credono?
Ma Come possono pensare Di fermare il polline Quando è già
primavera Inoltrata
Quell’estate me la ricordo ancora:
il famigerato corso di tedesco in Cermania con tanto di frequenza scolastica e primi birroni alles inklusiv.
Alla partenza mi sentii subito potentissimo… così potente che decisi dopo un’ottantina di metri che mi sarei gettato alle spalle la mia solarità così volgarmente italica…
Voglio essere il più oscuro tra gli esseri
Il più depresso tra i dark
Il più cadaverico tra i punketti germanici
Of course cattivone..
Infatti
arrivato presso la famiglia di Stephan ed Ingrid Zimmermann non ho potuto fare a meno di mandare in vacca tutti i miei progetti dark, in favore della mia solita verve maccheronica .
Il soggiorno è proseguito in perfetta sintonia col “Manualetto del sedicente sedicenne in vacanza studio” (CML Editore, 1987). Partite di calcio Italia-Germania a rotta di collo, sigarette in apposito spazio fumatori come se piovesse, gite con famiglie tedesche, visita alla birreria locale, e pomeriggi
immensi passati ad approcciare giovani nordiche sugli scivoli ad acqua del parco divertimenti “Bad Maradies”.
Nessuna traccia del mio ego darkettone. Le feste a base di birra e l’ottima integrazione con la giovane popolazione locale non me lo consentivano, mi sentivo davvero incapace di provare disagio esistenziale.
Ed invece il Club Solitaire, rutilante discopub aperto solo durante i soggiorni studio estivi, divenne, verso la fine del corso, l’occasione del mio riscatto ossianico;
Lei si chiamava Gerda
Ma si pronunciava molto goticamente
Gherda
Pallida
Rossetto viola
labbrafinissime
ed occhi morsicati dall’ansia
4 ore 4 a cercare di spiegarle che la mia croce al collo (che le ricordava tanto il cerberico pizzaiolo Salvatore del ristorante “al dente” in Dortmund) non era perché io italienisch, ma per mio crande amore per oscurità, the cure, joy division, echo & the Bunnymen etc…
Fu così che dopo un impressionante snocciolamento di gruppi sconosciuti, racconti di imperdibili live per pochi eletti, ed entusiasmo smodato per il popolo punk westberlinese, l’ho baciata…
Occhio
Ero davvero innamorato
Mi pare chiaro quindi che a pagina 29 del pocherighesopra citato manualetto, compaia il comma 4.2.1 L’ultima sera
Il mio angelo nero infatti, ripartì la mattina seguente per Bochum, dove l’attendeva una vacanza a cavallo (very westberlin), e fiumi di Deutsche Mark spesi al telefono, scambiandosi tenerezze funeree al modo di noi ragazzi rapiti dagli anfibioni e dalla voce di Robert Smith in just like heaven..
L’ultima manciata di corso, l’ho passata pensando a lei, ed ai nostri futuri figli con pannolini borchiati ed occhiaie naturali.
Il pullman ripartì per l’italia con me sopra ed il cuore nel vano portabagagli…
Oramai ero veramente il più scuro degli oscuri, e la mia morosa cadaverica tedesca mi diede quella sicurezza nera che mi mancava, prima di partire; speravo che potesse piovere per sempre, ed anelavo un ricongiungimento sulle note dei Bauhaus.
Andai perfino in profumeria per comperarmi il cerone, ma non ne ebbi il coraggio, vista l’amicizia della commessa con mia madre;
mi trascinai, invece, sconfitto e senza dorso su un traghetto che mi ricongiungesse ai miei,
al mare.
Volai di malavoglia, e appena giunto nella terra del mirto informai i miei increduli compagni di brioscina a Povtovotondo del mio innamoramento anfibiato e della mia futura carriera nei centri sociali mitteleuropei.
Appena in casa rassicurai mia madre sull’esperienza presso famiglia tetescka, nonostante il mio abbigliamento completamente inadatto alla canicola della spiaggia.
Presi il suo “sei pallido, ti trovo strano” come l’accoppiata migliore dei complimenti possibili; La baciai teneramente e andai sul porto a scrivere un letterone al black angel.
Tornato a casa commosso ed emozionato, decisi che forse era meglio un costume.
Nero, naturalmente
Trovai gli altri intenti a fare ginnastica in acqua, per ammirare le ballonzolanti poppe coetanee e farne oggetto di conversazione e confronto.
La mia riluttanza nella partecipazione con conseguente bagno in disparte incuriosì non poco Lavinia, Claudia e Barbara, le novità estate ’87 che mi conoscevano solo per qualche aneddoto riportato poco prima del mio arrivo in Filoeferrulandia.
Finita la ginnastica vennero a presentarsi e cominciammo a fare due chiacchiere.. solo ora realizzo il forte ascendente esercitato dal mio arrivo asincrono e full of disagio esistenziale; Claudia divenne da subito la mia interlocutrice ufficiale, essendo stata a Würzburg un mese prima di me; poco importava che la Germania le avesse lasciato solo due kili di wurstel sul punto vita, parlammo e parlammo e ridemmo per tutto il pomeriggio;
Decisi che la serata ed i miei amici, oramai declassati al grado di fighetti, non meritasero la mie t-shirt nera dei Clash, così mi misi le prime cose che capitavano, cenai e mi dileguai nel nulla, non senza aver insultato mia sorella, che ascoltava in mia presenza quella chiavica di True Blue di Madonna.
La disoteca era raggiungibile a piedi, oltre il porto, ed era da sempre la mecca dei troppo grandi per la piazzetta/troppo piccoli per la patente come noialtri.
Dodicimila vecchie care lire ed eri dentro; naturalmente rifiutai qualsiasi tipo di cocktail esotico in nome della birramedia, nonostante fosse acqua “rispetto a quella tedesca”.
Stufo della musica commerciale ed impogabile del resident DJ Gavvino, accettai di buon grado la proposta di Claudia di prendere una boccata d’aria, e ci dirigemmo alla spiaggia n°1, almeno avrei un po’ parlato della mia seconda patria;
parlammo così intensamente che tra un Frankfurt ed una Stoccarda me lo ritrovai tra le sue labbra sedicenni ed ebbi il mio primo rapporto completo con una donna.
Venni in un battito d’ali, e da sotto, mi accorsi che il suo seno era di gran lunga più meraviglioso di qualsiasi crocifisso angelico, ed i suoi capelli ricci molto più forti del mio amore immaginato. Dopo qualche commento scioccato ed imbarazzato da entrambe le parti, la ricciolona provò, senza successo, a rianimarmi;
“the day after” campeggiava sopra il mio giaciglio da anni, ma quel mattino, capirete, il fungo atomico del poster del suddetto film, assunse un significato assolutamente inedito.
Dopo aver verificato nello specchio che nulla fosse davvero cambiato, mi precipitai al piano terra, e solo nel post colazione mi apparve chiaro che quello non sarebbe stato il giorno del dopo, ma quello del coniglio.
Trovai ogni appiglio per arrivare in ritardo all’appuntamento con Claudia..
Inspiegabilmente mi rinchiusi in un silenzio autistico.
Non ebbi nemmeno il coraggio di andarla a salutare e partì per una vita che le auguro felice e piena di soddisfazioni.
Completai la frittata di coniglio scrivendo una finta lettera d’amore al mio abbaglio tedesco;
come sempre accade, più fingi e più ti credono, e fu così che l’angelo Angela, completamente in pappa per le mie parole, mi scrisse una smutandatissima dichiarazione a cui non risposi mai.
Ricevetti un paio di solleciti in crescendo da Bochum, ed il tutto terminò circa un mese dopo con una missiva a caratteri cubitali firmata credo da Hitler in persona.
Sarah(roma)
Il Golfo di marinella è la location ideale per un adolescenza ricca di input e di esperienze di ogni tipo…
E’ un po’ come la colazione ai 25.000 cereali, una scorpacciata di inutilità, ma pur sempre una scorpacciata.
Il porto di Punta Marana è sempre stato lì, o almeno questa è l’impressione che ne ricavo…
La sala giochi “2000” è probabilmente il centro del mondo; una serranda gigantesca la chiude durante il giorno, per poi innalzarsi versosera divenendo la cattedrale dei bambini capricciosi e delle adolescenti in passerella-gelato …
Tra i 450 gelati/secondo, una sera, conobbi sarah, con l’acca direbbe verdone, romanissima, nel senso bello del termine…
Sarah era una novità per il mio cuore appena sbocciato, era il primo segnale che l’ormone non è tutto nella vita…sarah era bruttina, ma aveva qualcosa in più delle altre sbarbe emporioarmani..
Non seppi assolutamente identificare cosa, né riesco a farlo ora, ma da quando la vidi, il mio interesse serale fu tutto per lei, e per nullaltro..
Dopo un’ oretta passata a parlare di qualsiasi cosa con questa new entry del villaggio, ci eleggemmo a vicenda quindicenni disadattati campioni del mondo, e finimo per parlare di politica (??-assolutamente inedito), di religione, d’amore e di sogni, come il manuale del giovane disadattato richiede…
Sto arrivando a casa, liscio nella mia comoda sfonda 4x con guida satellitare, la macchina dei giovani e promettenti hiuppy..
Lo hiuppy è l’ultimo grido del giovane manager, un figlio di troia con un passato di figlio dei fiori che ne garantisce l’onesta e la giocherellona gioventudine… uno che va in ufficio con le tshirt sporche dal concerto dei metallica dell’89, e con i pantaloni colorati di D&G..
Salvo poi le super riunioni di divisione, dove “tied is tradition, tradition is love”, e si assoggettano quindi alla comunanza di intenti tra woodstock e l’ hyper divisional briefing.
Non sono cattivi, in fondo, e la loro sensibilità per il mondo è decisamente pronunciata, sono infatti quasi tutti no/new global, e la stragrande maggioranza di costoro hanno bramato un cambiamento del mondo sulle note di sunday bloody sunday, o su get up stand up di bobbone marley….
dimenticavo
sono anche un po’ artisti, ex suonatori di chitarre elettriche, e grandi bevitori di corunha, la birra che fa fico, con scorzettalimone nuy mexicana da consumati sognatori di puerto escondido alla ricerca del peyote…
insomma i soliti disgustosi disposti a tutto pur di una possibilità in più per trovare lei:
in grammi, kili, litri o qullo che vuoi.
La propria droga personale, l’anestesia totale che permetta di attutire l’odore di fogna che sta intorno e dentro tutti.
Santocielo, puoi chiamarla come ti pare: pheega, pecunia, potere, famiglia, figli, arte, lavoro, religione e mille mix di tutto ciò in svariate/variabili quantità.
alcuni di essi scrivono racconti, ed alcuni, proprio in questo momento, stanno tornando a casa.
Com’è andata?
Bene
Non si direbbe dal tono che hai
Ma no
Tuttok
Prima di t[r]e
1.9.8.7
La vera violenza
Altrochè metallo birra rock&roll droghe
Bambini
Racconto rut
Racconto fortunato
Il condominio dove vivo è azzurro, frutto dell’inventiva di qualche estroso architetto degli anni 50, che ha deciso che il grigiore della guerra doveva essere spazzato via a colpi di cielo, salvo poi l’inevitabile ammutolirsi del colore di cui sopra, a causa delle miriadi automobilistiche regalate dal boom economico.
Salgo le scale che mi conducono alla portineria ed incontro, come sempre, il signor smochetti, un figuro sulla sessantina dall’aria losca e pigra, che saluta affettuosamente agitando l’emmeesse mild che ha da sempre nella mano destra;
controlla che nessun estraneo al condominio fotta il parcheggio agli aventi diritto per recarsi alla pizzeria ex nuova ex neo maneggio del sole, ora chiamata semplicemente pizzasole.
Due farfugliate nel mio ridicolo dialetto trentino e poi mi infilo al barratrè. Una veloce scorsa alla bussola della posta, dove campegiano oramai da secoli, le offerte speciali settimanali di tutti i discount del triveneto.
una manciata di secondi, che separano il piano terra dal terzo; un pezzo di miomondo assolutamente underground, per tutti, ma proprio tutti…
raramente condivido il tragitto con qualcuno, il mio è un condominio abitato da uffici, e gli uffici, come si sa, non vanno a casa quando hanno finito di lavorare, né si recano in sè stessi nelle mattine di rugiada e/o brina chessia.
>>>Closing doors<<<
uno(firstfloor)
in automatico imbraccio la chitarra invisibile che ho sempre appresso, il plettro non è nemmeno nel taschino piccolo dei pantaloni, è lì, tra le mie dita, da tutto il giorno.. emetto così il mio vagito sordo di rockstar da ascensore, fissandomi nello specchio, non più inerme..
due(senondfloor)
mi getto ad un paio di micron dalla mia immagine riflessa e comincio a bofonchiare migliaia di fuck e motherfucker vari..talvolta a mò di rapper durissimo mi permetto anche dei freestyle con pronuncia metamorfizzata in muthafuckaaaaaaaaaaaaaaaa!!..
tre(third&lastfloor)
thank you
thankyou
gratsi milii
gratsi ittaliaah
<<Opening doors>>
mi infilo veloce nei camerini del mondo reale, sottraendomi al marasma di bis che mi sommerge.. il cuore ha subìto un pompa di adrenalina tale, che gli è difficile calmarsi.
arruffato come un idiota qualsiasi., sorrido di me stesso ed entro nella nostra casa piena di bambini.
Mi sommergete come al solito, ed io vi inondo di baci..tutti
Realizzo che dentro di me l’amore e l’imbecillità viaggiano per mano..
e che è l’amore a spingermi nella ricerca,
e l’imbecillità che mi da la fiducia e la cecità che mi serviranno per trovare ciò che cerco.
Non davo segni di ripresa da quasi una settimana oramai, e le pacche sulle spalle di amici e confidenti non sortivano alcun effetto.
Tutto passò quando improvvisamente, inispiaggia, mi presentarono Sylvia, la svizzera di Zurigo:
“Hallo”, dissi, “ich heiße sfocatemmerda”
Mi sentivo davvero sfocato, e sentivo che sarei potuto guarire dalla sfochite unicamente baciandola e standole vicino il più possibile.
Invocai tutte le muse di Ugofoscolo, e cominciai a suonare e cantare ad ogni falò, in ogni momento;
Cantai su sua richiesta per un 254 volte in tre giorni “imagine” di Giovanni Lennoni, con tanto di doppie voci, ed interpretazioni capaci persino di commuovere il suo cuore semitedesco.
Finchè
dopo l’ultimo, sussurrato “and the uoooouorld uill be as uan..”, le mie labbra si avvicinarono alle sue, i suoi occhi di cerbiatto si schiusero, e la sua bocca delicatamente pronunciò le fatidiche parole: “WAS MACHST DU DENN??”(trad. ca. “cosa cavolo stai facendo?).
Precipitai da circa 120 piani, per schiantarmi su uno a caso dei campanili aguzzi del Duomo di Colonia.
Sorridendo come una Gamilonese sfrabotolò qualcosa tra cui riconobbi la parola “Freunden”(amici),
Amici?
Amici stocazzo
Il mio amor proprio ritrovato resse alla grande, e decisi di dimenticarla alla svelta;
Lo feci senza problemi.
Passai i giorni successivi senza grossi sbalzi e mi stupii di tanta serenità dentro di me…
(Nel frattempo arrivò persino il fineluglio)
Il doppio giallo è un normalissimo torneo di tennis giocato in coppia, con la particolarità che ad ogni turno, le coppie stesse vengono ricomposte estraendo a sorte i superstiti del turno precedente.
Essendo un accanito tennista non potevo mancare a tale occasione mondana del Golfo, ottima tralaltro per stringere nuove amicizie femminili.
I miei amici, prima di sbarcare al Discosagitter, erano soliti venire a vedermi facendo un tifo da stadio assolutamente inelegante ed imbarazzante per l’austerity del circolo.
Quell’anno mi andò particolarmente bene e feci un torneo su buoni livelli. Che la verginità appena persa mi avesse regalato una marcia in più? No, fui semplicemente fortunato nell’estrazione delle compagne di turno.
Alla fine di ogni match ero solito fermarmi al bar del circolo a raccattare ghetoreid ed energie per il ritorno a casa; La strada che divide il mio villaggio dai campi di tennis, infatti, era completamente buia ed isolata, e la percorrevo quindi a rotta di collo dopo ogni partita (ho sempre avuto, e sempre avrò, paura del buio).
Quella sera stavo raggiungendo i 340/h in accelerazione piena, quando una figura ferma nell’ombra mi spinse a chedermi se io non fossi in realtà Don Abbondio.
Una luna amica mi fece riconoscere la figura immensamente bella di Sylvia tra i rami di ginepro. Senza dire nulla mi prese per mano e mi condusse a casa mia..
Ma come? No chitarra, spiaggia italiano, pizza e serenata?
No
Agli svizzeri piace il tennis
Mi accorsi immediatamente che gli occhi di cerbiatto si erano trasformati in occhi di giovane donna che ci sta, e decisi ferito, che era il caso di farla penare un po’, la ragazza di emmenthal.
Appena giunti a casa mia ci provò clamorosamente puntando dritto all’uomo, ma la schivai come se fosse una pallina destinata all’out.
Mi recai noncurante al porto per incontrare il resto della cricca, che oramai mi pensava già diretto in spiaggetta #1 senza passare dal via.
Il mio amor proprio resistette soltanto per altre 2 sere, capitolando in gara 3 di fronte ad un corpetto 64 bottoni, ed al suo ineffabile contenuto.
La bellezza di Sylvia era un esercito che ti intima la resa, e la sua tenerezza un bimbo in lacrime strappato alla madre. Mi pentirò per tutta la vita di quello che sto per raccontarvi.
Passammo 3 giorni talmente immensi che la mia memoria ha deciso di tenerli per sé stessa e per sempre.
Di tutto questo ricordo solo il rocambolesco finale;
In piena gara 4, mi intimò che sarebbe stata felice di fare l’amore con me, dopo mie precedenti, tenere insistenze..
Sapevo che lei aveva intenzione di farlo, per la sua vita, solo con amore, e mai per sesso.
Proprio quella sera io volevo darle il benservito, perché il suo sentimento crescente e smisurato per me, non era assolutamente ricambiato, e perchè non vedevo l’ora di stare un po’ in compagnia dei miei amici milanesi.
In ogni caso tre giorni dopo, lei sarebbe tornata nell’Emmentalstan, ed io giuro, non la volevo veder piangere…
Decisi quindi di resistere per i tre giorni rimanenti insieme a lei, e di scambiarci altre, tenerissime consuetudini evitando accuratamente il rapporto completo.
Per la seconda ed ultima volta nella mia vita sottovalutai il pussy power ed assecondai i miei ed i suoi intenti.
Facemmo l’amore, e lei pianse
Lo rifacemmo, e lei, sorridendo sul mio petto ancora glabro, mi confessò che era la sua prima volta, anche se non mi aveva avvisato, e che si sentiva davvero felice e viva per la prima volta nella sua esistenza.
Mi ritrovai in fondo ad un mare riempito con le mie stesse lacrime e con le mani ed i piedi fusi nel cemento armato.
Rimasi in silenzio per due giorni e rifiutai ogni qualsiasi contatto fisico con lei.
Mi sentii un reietto e pensai che Giuda avesse tradito Gesù su mio consiglio.
Da vero stupido non girai la frittata, già che c’era, ma decisi di mettere sul fuoco anche una pentola a pressione senza sicura.
Le confessai che il mio sentimento per lei non era amore, né un calesse, né un bel vuoto spinto..
era antimateria
La chiamai per Natale e mi disse che si era rasata a zero, che pensava di ricominciare daccapo, e pianse. Disse che non era capace di volermi male, che in fondo ero stato sincero.
Le chiesi scusa con il cuore palpitante strettissimo nel mio palmo, e a cornetta abbassata piansi e capii molte cose.
Vorrei essere
Leggero come Gazzè
Pesante come la colpa
In movimento come Flea
E scemo come la polpa
Pensante come Francesca
Pulsante come Fiumani
Furbo come Jovanotti
Allucinante come il domani
Vivo come Tommaso
E Assassinato come Mauro
Tagliente come un Cristiano Godano
Lucido come un dinosauro
Calcolatore come i grandi
E giovane come mio nonno
E migliore di ogni persona
Ed essere anche il peggiore di tutti
Generoso come l’amore
Che mi regali ogni mattina
Prima di recarmi al lavoro
Prima di qualsiasi cosa
Prima che io te lo chieda
Prima ancora che ne abbia bisogno
Ammazza la mia notte
Reggi la testa al sogno.
Testacoda.
la 128 bianca
sgomma sul ghiaccio.
Noi bambini dietro
Siamo fatti di gioia,
è lo zio Danilo
che guida ridendo,
quello con cui vorresti sempre salire in macchina
perché ti porta a fare i testacoda.
Quello che non dimenticherai.
Mai.
s.car [quasi in macchina]
Che non ti piace quello che vedi
Non ti somiglia la televisione
La cocaina ti fa schifo
Come le bugie che non hanno nome
E pensi ancora che i bambini
Siano i custodi della bellezza
A che indifesi vadano protetti
Con inflessibile tenerezza
E pensi ancora che i vecchietti
Sanno più cose, conoscono il rumore
Che pulsa forte dentro di te
A targhe alterne come l’amore
Si scontrano..
E quasi mai si piacciono a vicenda.
Quasi sempre si ammirano
E piangono tantissimo
E le mogli si lamentano
Del poco romanticismo dei propri mariti..
Come se i sentimenti
fossero doveri
come se i sentimenti
fossero doveri
ma all’inizio
ero troppo
appiccicoso
secondo l’inconfutabile
opinione dei tuoi
sedicianni
così si cresce
e si passa da romanticoidealista
all’assai più scomoda ed impegnativa
posizione di
sfigato deluxe
non è una brutta cosa
a pensarci bene
a pensarci bene…
MAI
resta stellina
per sempre
ma continua a cambiare colore
e non avere paura di piangere
mai.
chè tu sai illuminare
a festa
i giorni della gente
e i miei
che tu sai illuminare
a festa
le notti di tutta la gente
le notti che ho in testa
e non sembrano
smettere mai.
non smettere mai
Oggi mi sposo.
Piove.
Forse cambio idea.
Ma mi vesto.
Sono bella.Lui mi amerà.
Anche sotto un diluvio.
Applausi.
Il mio vestito non passa inosservato.
I miei occhi si.
‘chè piove
Brindo alla nuova vita.
Che mi chiama con il suo cognome.
Bevo.
Mangio ingorda la torta.
Bevo.
Distribuisco confetti.
Bevo.
Lancio i miei ranuncoli.
Scansatevi.
Non prendeteli.
Vi prego.
Vorrei dirti che ti amo
E ripetertelo tutta la vita
Ma diventerei noioso
E oltretutto ci sono altre cose da fare
Come cambare il mondo per esempio
E fare una rivoluzione
Ed amare un sacco di altre cose
Non più importanti di te
Non meno importanti di te
Ma semplicemente
Più grandi di noi due
E della nostra famigliola felice
Che felice lo è davvero
Non per finta
Non nella plastica
Non voglio credere che la macchina
O una casa più grande
O il carrello della spesa pieno di nonfood
Siano più importanti dell’amore
E le mamme degli amichetti di nostrofiglio
Abbiano ragione
A chiacchierare tutto il tempo
Al parco della nave
C’è da lavorare
E duro
Per me
Che non riesco proprio
A chiudere il pianeta in un cassetto
E lasciarlo lì
Ad aspettare che il natale
o qualcosa di nero
mi ricordi che tutto finisce
Prima o poi
Ma che l’amore, nonostante tutto
Finisce poi
Mia dolce cameriera
Non lasciarmi
Che mangiare soli nn e’ bello
Portami un nalewki
Prima
E poi dell‘ acqua per favore
E tra un minuto
Pure il posacenere
Ordinerò una birra dopo
Per farti ritornare
Da questuometto lontano
E un po’ disperso
che mi consigli?
Pesce o cambio vita?
My own private deautschland
3 ore e mezzo di riunione-fiume
3 ore e mezzo di cena di lavoro-fiume
ed io non sono nessuna diga del cazzo
Swades
Nn ho mai visto tante stelle
Tutte insieme
Nn ho mai fatto tante cose tutte insieme
Capito tante cose cosi bene
Minsegni cose che non so
Mingegni come non si può
Millumini
Mi regni dentro giovane
Masfissi così fragile
Mimanchigià
La poesia di michela, insufficiente
Una fioca luce anzi
Una grande luce splendeva
Dentro di me
Avevo finito il compito in classe
Michela ha 7 anni